Faccio
un'eccezione e scrivo un commento che non riguarda Notizie da Godot.
Settimana scorsa Paolo Sorrentino ha vinto, con il film “La grande
bellezza”, l'oscar per il miglior film straniero e quindi voglio
aggiungermi a tutti quegli italiani e non solo che hanno apprezzato
questo grandissimo film. Faccio i miei complimenti a Sorrentino, a
Servillo e a tutti quelli che hanno preso parte a questo grande
progetto che ha riscosso successo e vinto premi in tutto il mondo,
forse con l'unica eccezione di Cannes dove ha trionfato il francese
“Vita di Adele”.
Il
mio commento sarebbe finito qui, ma non resisto dalla tentazione di
scrivere pubblicamente la mia opinione anche riguardo ad un
dietrologico post che ha riscosso (quasi, ma proprio quasi)
altrettanto successo.
Il
post di cui parlo è stato scritto da Sergio Di Cori Modigliani. Dice
di sé sul profilo del suo blog: “Scrittore,
giornalista, fotografo e pittore”. Quindi uno che di arte e
giornalismo se ne intende. Su un altro profilo aggiunge: “per
30 anni ha lavorato dalla California come corrispondente per testate
italiane e come sceneggiatore professionale per la Twentieth Century
Fox.” quali testate non lo dice.
Quanto alla carriera di sceneggiatore (professionale? Esistono
sceneggiatori per hobby alla 20th
century Fox?) purtroppo non ci sono notizie su IMDB. Avrà usato uno
pseudonimo. Quello che si sa per certo è che ora collabora con il
blog di Beppe Grillo e scrive per il suo blog: Libero pensiero.
La casa degli italiani esuli in patria. Poiché il signor Sergio è
nato in Argentina e ama gli ossimori, si potrebbe consigliargli di cambiarlo in “la
casa degli oriundi esuli in patria”.
Finita
la doverosa introduzione sull'autore, ora vengo al testo, dove si può
notare che la passione per l'ossimoro non si ferma al titolo.
Tesi del post:
“La grande bellezza” ha vinto l'oscar perché ci sono stati
maneggi politici di PDL e PD-L che hanno influenzato la giuria e
perché gli USA hanno voluto ricompensare il servilismo italiano. Ma
per il resto il film è brutto.
A lui non è piaciuto e quindi è
brutto. Su questo non si discute.
Cito
testualmente: “Questo film è il prodotto di un'operazione
internazionale politica nostrana.” Ossimoro con licenza poetica o è solo sgrammaticato?
Non si capisce, ma senza fissarci sulla forma – che abbiamo capito
non avere grande importanza in questa italietta di politicanti, quindi
ci adeguiamo – concentriamoci sui contenuti: la dinastia Letta
(zio, nipote e cugino di nipote) ha prodotto il film, quindi l'ha
prodotto Berlusconi con la partecipazione della Polverini e delle
banche.
La
logica conseguenza è palese quanto scandalosa: il film è stato
prodotto con soldi provenienti dalla più grande casa di produzione di film italiana, dalla regione Lazio (per un film ambientato a Roma!!) e
dalle banche. Scandaloooo!!
Queste
cose lui le dice perché poi giustamente la gente non è che sa come
funzionano 'sti complicati meccanismi. Di solito uno s'immagina che i
film da 9 milioni di euro vengano prodotti da associazioni senza
scopo di lucro, disoccupati e studenti. E invece no!! Per fortuna il
signor Sergio ci aiuta a guardare dietro alle apparenze e a andare a
fondo. Letteralmente.
Il
produttore principale non è Medusa, ma proprio la sua piccola Indigo film, sostiene Giuliano. Ma come potergli credere? Certo, anche imdb.com smentisce il padrone
di casa del libero pensiero, ma sappiamo bene tutti quali oscuri poteri stiano dietro a IMDB e che alla Medusa non convenga esporsi in prima
persona nel prendersi i meriti produttivi.
Quindi consiglio
vivamente di leggere il post del libero pensiero, ma poi leggetevi
anche la replica che è sicuramente più esaustiva di quanto potrei
fare io.
Concludo
con una piccola sequela di incongruenze sicuramente volute
dall'autore.
1- cit.: "La Grande Bellezza" appartiene a questo filone
dell'italianità e il solo fatto di accostarlo a Fellini o a De Sica
è un insulto all'intelligenza collettiva della nazione." Sembra un
parere personale, ma prendiamolo per dato di fatto, come vuole
essere. Poco sopra però si può leggere che “vale il cosiddetto principio Hoover lanciato dal capo del FBI alla fine
degli anni'50: vince la nazione che più di ogni altra in assoluto
farà fare affari alle sei grosse produzioni che contano, acquistando
i suoi prodotti. E' il motivo per cui l'Italia è la nazione al mondo
che ha collezionato più oscar di tutti (la più serva e deferente) e
la Russia e il Giappone quelle che ne hanno presi di meno.”
Quindi
i 5 oscar di Fellini e i 4 di De Sica sono stati vinti per merito o
per il “cosiddetto principio Hoover”? (così detto da chi, poi?)
2
- cit.: "Il film, che ho trovato noioso e privo di spessore, è un prodotto
subliminare, promosso dai partiti politici italiani al governo." Qui
l'ossimoro diventa ossimoro di ossimoro. Dunque: il film parla male
dell'Italia, ma subliminalmente ne parla bene, perché parlando male
della società italiana con stereotipi da cartolina ne fa passare un
immagine bella e decadente seppur con un film brutto e scadente e
quindi gli americani che non capiscono un cazzo si fanno abbindolare
da questa supercazzola e ci premiano? Lapalissiano direi.
3-
cit. “E' la quintessenza del paradosso italiano trasformato nel
consueto ossimoro [ahh! Allora lo ammetti!] : un brutto film che si
pone e si qualifica come la Grande Bellezza;
Anche
qui sembra un parere personale, ma no, è un dato di fatto e per tale
lo prendiamo. Però “La grande bellezza” non si qualifica come
tale, si intitola così! Non è difficile come concetto. “Toro
scatenato” no è la qualifica del film di Scorsese è il titolo,
difficile equivocare. Ma io sono troppo ingenuo per capire queste
dinamiche che ci stanno dietro. Sono ingenuo o con la mente
obnubilata da un sistema vessatorio che mi lava il cervello. Oppure,
molto peggio, sono strumento attivo della Propaganda Imperialista.
Perché il libero pensiero, si sa, è il Libero pensiero Unico. Non
possono essercene due di liberi pensieri.
4
– Considerazione generale: ma se l'Italia è così potente da
influenzare gli elettori dell'Accademy (o così serva da riceve in
dono un'oscar come fosse un osso dato al cane – ennesima
contraddizione) perché non ne abbiamo vinto uno per 15 anni? Anni in
cui abbiamo appoggiato gli USA in qualunque guerra oltretutto. E
perché l'ultimo l'abbiamo vinto con Benigni? Forse che anche Benigni
in realtà faccia parte del grande teorema letta-monti-berlusconi? E
la Russia che minaccia di scatenare una guerra proprio adesso? Non è
sospetto? Non è che volevano l'oscar pure loro e adesso se la sono
presa, vero?
Dirò
di più. La butto là perché secondo me ci si può lavorare su bene:
ma 'sto Saviano che pubblica con Mondadori un libro sulla camorra...
ma non vi puzza un po' anche a voi? Secondo me è stata la mafia
siciliana che ha voluto gettare discredito sui rivali campani e lo ha
fatto attraverso il suo amico Silvio.
5
– E la chiudo qua con una chicca. Da quello che ho potuto intuire il
signor Sergio è politicamente vicino a Grillo. Non contesto il fatto
che la politica abbia appoggiato Servillo e Sorrentino solo dopo
averli costretti a dichiarare pubblicamente che loro sono anti-grillini (anzi sì, la contesto: se non avessero parlato così, gli
avrebbero portato via i soldi ormai già spesi per finanziare il
film? Ma può avere senso anche solo apparente tutto ciò?), comunque, è
divertente che uno vicino al movimento per cui “uno vale uno”
riesca a scrivere che “I votanti sono all'incirca 6.000 e sono
presenti tutte le categorie dei lavoratori (si chiamano industry
workers):
produttori, registi, sceneggiatori, direttori di fotografia,
macchinisti, tecnici del suono, delle luci, scenografi, sarti,
guardarobiere, guardie di sicurezza, perfino i gestori degli appalti
per gestire i catering sul set, ecc. Ogni voto vale uno, il che vuol
dire che il voto di Steven Spielberg vale quanto quello di un
ragazzino il cui lavoro consiste nel tenere l'asta del microfono in
direzione della bocca del divo di turno nel corso delle riprese,
purchè lo faccia da almeno due anni e paghi i contributi.“
A parte che non capisco perché ce l'abbia tanto coi microfonisti, ma poi… Beh?
Spealberg dovrebbe valere di più? Allora sarebbe il presidente di
giuria, come lo è stato a Cannes proprio l'anno scorso. Presidente
dell'unica giuria al mondo che ha preferito La vita di Adele a La grande Bellezza. Lo ripete perché
bisogna dare merito a Spielberg e agli altri giurati di non essersi
piegati – unici al mondo! – al potere delle falangi lettiane e
abbiano avuto il coraggio di premiare un film francese a Cannes.
Ma
sarà più facile corrompere 10 membri di una giuria o 6.000
“industry workers” minacciandoli di non farli più lavorare se
non votano Sorrentino come miglior film straniero?
Perdonate
lo sfogo.
Grande Sorrentino! Se ti consola, tutti quelli che parlano male del
tuo film aggiungono che i tuoi primi film sì che erano belli... Dicevano così anche a uno a cui non ti posso paragonare perché
sennò il libero pensiero dice che insulto l'intelligenza collettiva
del Paese. Ma non c'è bisogno, hai vinto un oscar e questo dovrebbe
consolarti abbastanza.
N. MdP